La Befana: dalle origini ai giorni nostri

L’epifania si avvicina e con essa l’anziana signora con la scopa, la Befana, che nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, la notte dell’Epifania, riempie le calze lasciate appese sul camino o vicino a una finestra con dolci, caramelle, cioccolatini ai bambini bravi e carbone a quelli cattivi.

La figura della Befana è caratteristica del nostro Paese.

Urbania, pittoresco borgo della provincia di Pesaro e Urbino, nella nostra regione, le Marche, è la residenza ufficiale della Befana in Italia.

LE ORIGINI

L’origine della Befana è connessa a un insieme di riti propiziatori pagani, risalenti al X-VI secolo a.C., ed è legata ai cicli stagionali dell’agricoltura, relativi al raccolto dell’anno trascorso.

Il “culto” era diffuso nell’Italia agricola settentrionale, nell’Italia Centrale e meridionale, attraverso un antico Mitraismo e altri culti come quello celtico, che sono legati all’inverno boreale.

AI TEMPI DI ROMA

Gli antichi Romani fecero loro tale rito celebrandolo nella dodicesima notte dopo il solstizio invernale: la morte e la rinascita della natura attraverso Madre Natura, con il numero 12, fortemente simbolico.

I Romani credevano che in queste dodici notti, che rappresentavano i dodici mesi dell’innovativo calendario romano, delle figure femminili volassero sui campi coltivati, per propiziare la fertilità dei futuri raccolti, da cui il mito della figura “volante”.

Tale figura femminile, secondo alcuni, fu dapprima identificata in Diana, la dea lunare non solo legata alla cacciagione, ma anche alla vegetazione.

Un’altra ipotesi collegherebbe la Befana con una antica festa romana, che si svolgeva sempre in inverno, in onore di Giano e Strenia (da cui deriva anche il termine “strenna”) e durante la quale ci si scambiavano regali.

CRISTIANESIMO

A partire dal IV secolo d.C., la Chiesa di Roma cominciò a condannare tutti riti e le credenze pagane, definendole un frutto di influenze sataniche. L’antica figura pagana femminile fu accettata nel Cattolicesimo, soltanto come una sorta di dualismo tra il bene e il male.

Queste sovrapposizioni diedero origine a molte personificazioni, che sfociarono, a partire dal Basso Medioevo, nell’attuale figura, il cui aspetto, benché benevolo, fu chiaramente associato a quella di una strega: fu rappresentata su una scopa volante, antico simbolo che, da rappresentazione della purificazione delle case, e delle anime, in previsione della rinascita della stagione, fu successivamente ritenuto strumento di stregoneria, anche se, nell’immaginario, la Befana cavalca la scopa al contrario, cioè tenendo le ramaglie davanti a sé.

Per assorbire sino in fondo la tradizione pagana e farla propria la dodicesima notte dopo il Natale, simbolo numerico pagano, venne proposta dal cattolicesimo la ricorrenza dell’Epifania.

CARBONE

Il carbone, anticamente, era antico simbolo rituale dei falò, che inizialmente veniva inserito insieme ai dolci, in ricordo, appunto, del rinnovamento stagionale.

Soltanto la morale cattolica, nei secoli successivi, ha trasformato il significato del carbone come punizione per i soli bambini che si erano comportati male durante l’anno precedente.

LEGGENDE POSTUME

Una leggenda cristiana risalente intorno al XII secolo, vuole che i Re Magi, diretti a Betlemme per portare i doni a Gesù Bambino, non riuscendo a trovare la strada, chiesero informazioni a una signora anziana. La donna diede le informazioni richieste ma non seguì i tre Magi a far visita al piccolo, nonostante le insistenti richieste.

In seguito, si pentì di non averli seguiti e, dopo aver preparato un cesto di dolci, uscì di casa per cercarli, ma non li trovò. Così si fermò a ogni casa che trovava lungo il cammino, donando dolciumi ai bambini che incontrava, nella speranza che uno di essi fosse il piccolo Gesù. Da allora gira il mondo, facendo regali a tutti i bambini, per farsi perdonare.

L’Epifania coincide anche con il periodo di inizio dei saldi invernali.

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